1968 - 194 pagine - Formato: 140*210
Collana: Poesia / Prosa
Cento anni di poesia giapponese, con riguardo particolare agli avvenimenti letterari più recenti. Una poesia che sembra torcersi sotto l'esigenza di un rinnovamento radicale per liberarsi dalla ritualità della sua tradizione. Non più una poesia "parole- incrociate" ma una poesia in cui il poeta parla di se. L'evidenza esistenziale è insistita specie nei più giovani e particolamente sorprendente è un poemetto in due tempi dal titolo "la gelosia di Hasegawa Ryusei". Un giovane spia le donne che si danno agli americani, e la sua reazione è dettata da un ambiguo sentimento di colpa, che gli cresce dentro con figurazione d'ordine surreale. Un desiderio deviato oscenamente retrattile si spande in questo racconto in versi attraverso immagini istericamente drammatiche.
Il volume è accompagnato da un'introduzione di Dacia Marainii in cui, con interviste (a un critico, ad un poeta, ad una ragazza aspirante poetessa) si fornisce un esauriente quadro dell'atteggiaamento dei giapponesi verso la poesia odierna. Quanto alle traduzioni, la mano della Maraini è più che evidente. Chi ha letto il suo volume Diversi vi ritrova lo stesso mordente stilistico, la medesima libertà ritmica: quel parlato sciolto fino al limite dell'ecolaico, quasi un soprassalto regressivo all'infantilità. Eppure le immagini sono terse e nettamente ritagliate. I n questo la scrittrice sembra aver giustificato quanto il giovane poeta giapponese, incontrato a Tokio, le diceva : " Se lei riesce ad esprimere qualcosa di suo, saranno forse poesie più sue che nostre ma è già qualcosa. Se non riecse ad esprimere qualcosa di suo, sarà un lavoro fatto a vuoto" ("l'Espresso" 2/marzo/1969)