1992
Collana: Cinema e Teatro
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Nessun dubbio che Ingmar Bergman sia stato uno dei punti di riferimento per il cinema nel mondo.
Da quando Sorrisi di una notte d'estate s'impose nel 1956 al festival di Cannes, i suoi film sono stati inscindibili dalla storia recente del cinema, e vi sono immagini (il cavaliere e la morte che giocano a scacchi nel Settimo sigillo, per esempio) che hanno valicato i confini del cinema, per divenire figure a se stanti, patrimonio di un immaginario più ampio. Eppure al di là del Bergman noto a molti (e che molti pensano di conoscere) esiste un Bergman quasi del tutto sconosciuto, dimenticato dalla critica (italiana in particolare) e mai o quasi visto dal cinefilo: Ovvero Bergman tra il 1944 (anno del suo esordio nel cinema, come sceneggiatore) e il 1951 (momento difficile prima del successo, in cui firmò nove cortometraggi pubblicitari per una marca di sapone). Fu un periodo per Bergman di esperimento, frenetico e vitale. A trendadue anni (nel 1950, quando realizzò Sommarlek) il suo curriculum era sorprendente: aveva scritto drammi e sceneggiature, era stato regista di teatro, per la radio e il cinema. Allora Bergman cercava una sua strada e di questi passi i primi film sono la testimonianza. Per questo sono emozionanti, al di là di ogni giudizio. Al giovane Bergman è dedicato questo libro, che fu pubblicato in occasione della seconda edizione del Festival Nordico, manifestazione biennale che si proponeva come vetrina italiana per la cultura dei Paesi nordici.