1983
Collana: Collana di Architettura
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Questo libro ripercorre l'esperienza della Repubblica di Weimar, concentrando l'analisi sulla gestione della sua capitale Berlino, e sul problema della casa per tutti. Più in particolare, esso indaga sul ruolo assegnato dal governo della città, all'interno dell'incerta politica delle sinistre tedesche fra il 1918 e il 1933 e delle drammatiche condizioni politiche della democrazia weimariana. In tale quadro, emerge il tema della collocazione dell'architetto, in quanto intellettuale e tecnico politicamente impegnato.
La figura di Martin Wagner, - protagonista dell'intervento sindacale nella produzione edilizia, e poi della gestione della metropoli berlinese si presta a mettere a fuoco l'intreccio di aspirazioni ideali e di pratiche economiche e urbane, generato da un clima ricco quanto contraddittorio. E' Wagner ad assegnare alla città, paragonandola a un'impresa privata, un compito "imprenditoriale" che trova la propria effettiva realizzazione nel momento storico in cui lo Stato, nel primo dopoguerra, è chiamato ad incidere attivamente nell'economia. Sotto la regìa di Wagner, gli interventi urbanistici berlinesi si rivelano operazioni di verifica di ipotesi disciplinari, che nello scontro con la realtà trovano un momento di crisi e di sviluppo. Grazie a un paziente lavoro filologico di ricucitura, sulla base di documenti in gran parte inediti, questo libro contribuisce al chiarimento di una fra le prime e più significative esperienze di gestione della città e dell'ambiente fisico.
a cura di Scalvini Maria Luisa, Mangone Fabio