2021 - 204 pagine - Formato: 21.5*21.5
ISBN / EAN: 9788860495600
Collana: Architettura / Urbanistica / Paesaggistica
Il castrum per Minturnae è il luogo delle origini ma anche, nei secoli successivi, l’area sacra della colonia civium romanorum dove si collocano il grande santuario delle acque, i templi e gli edifici pubblici ove venivano onorati, con statue e dediche poste dagli amministratori e dal popolo, i personaggi illustri di Roma e della città.
Per la prima volta dopo gli scavi degli anni ’30 del secolo scorso (e un saggio effettuato nell’anno 2003 sulla direttrice dell’Appia) nell’anno 2020 la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti ha potuto riprendere le attività di ricerca grazie a cospicui finanziamenti ministeriali, tra cui i fondi del progetto Appia regina viarum, con l’obiettivo di riportare in luce le varie fasi di occupazione dell’area, ricostruirne la topografia, leggere le stratificazioni, comprendere, in sostanza, la vita quotidiana che qui si svolgeva ma anche i riflessi della grande Storia, con il castrum che diventa l’arx sacra della città.
L’obiettivo è stato raggiunto, con l’acquisizione di dati scientifici di assoluta rilevanza, e la scoperta di un complesso architettonico monumentale che aggiunge un importante tassello all’urbanistica minturnense.
Ma lo scavo di questo eccezionale complesso destinato al culto imperiale racconta anche altro: la fase repubblicana della colonia, attraverso le testimonianze dei pavimenti delle ricche domus confiscate agli oppositori di Ottaviano, sulle quali fu impostata la parte pubblica della città imperiale, gli ultimi secoli di vita della colonia dopo la caduta dell’Impero romano di occidente attraverso il riuso delle strutture del santuario, e la fine di Minturnae e della via Appia romana attraverso una spettacolare deposizione di blocchi architettonici sul tracciato stradale per impedirne la percorribilità, forse in un’ultima difesa da nemici provenienti – come nelle tante battaglie dei secoli a venire al Passo del Garigliano – dal fiume.
Scalvini Maria Luisa, Sandri Maria Grazia